LETTERE A GIULIETTA

Vittorio e Paul Klee 4tet

Ogni anno arrivano migliaia di lettere allʼindirizzo di “Giulietta - Verona”. Missive di ogni tipo: sfoghi di amanti delusi, ossessioni, riflessioni, offerte commerciali, confessioni, lettere di addio (al mondo o a un amore) e molto altro. Questa notizia, apparsa in un giornale inglese, incuriosì molto Elvis Costello e gli diede lo spunto per creare, insieme al Brodsky Quartet, la “song sequence” intitolata Juliet Letters. Lʼopera, pubblicata nel 1992, si compone di venti quadri epistolari in forma di canzone; venti lettere immaginarie inviate (alcune forse per sbaglio) da venti misteriosi scriventi allʼindirizzo immaginario più romantico al mondo. Il tono complessivo di queste missive è ironico e grottesco, pervaso da un sottile humour nero molto “british”, alternato a improvvise vampate di grande lirismo e intensità. Le varie tonalità emotive di queste lettere sono rese assai bene in lingua italiana dalla traduzione di Vittorio Matteucci che, rispettando il significato originale, ha impreziosito e avvicinato alla nostra tradizione melodrammatico/leggera le atmosfere (surreali, folli, sulfuree, rabbiose, disperate, grottesche, passionali) delle Juliet Letters.




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